The American Journal of Clinical Nutrition ha recentemente pubblicato i risultati di un confronto fra esperti in gestione del peso, metabolismo energetico, attività fisica e psicologia comportamentale di Stati Uniti e Regno Unito, rispetto al ruolo del bilancio energetico nella regolazione del peso corporeo. L’equazione che esprime il bilancio energetico include da una parte l’energia netta ricavata dall’ingestione di cibo e bevande, ovvero la frazione disponibile per essere utilizzata dal corpo (energia metabolizzabile: EI), e dall’altra tutta l’energia utilizzata dal corpo per mantenere la vita e svolgere attività fisica (energia emessa: EO). Per quanto riguarda EI, è corretto considerare una perdita di energia attraverso feci e urine fra il 2 e il 10% dell’energia totale. EO può essere invece suddiviso in dispendio energetico a riposo (REE), o metabolismo basale, effetto termico del cibo (TEF), ed energia spesa in attività (AEE). REE, che rappresenta circa i due terzi di EO, varia tra gli individui in base alla dimensione del corpo, alla composizione corporea (il tessuto magro consuma più energia rispetto al tessuto grasso) e a squilibri metabolici. Il TEF è associato ai processi digestivi e alla trasformazione metabolica del cibo, e AEE è costituito dalla spesa energetica per l’attività fisica sportiva e non sportiva (lavoro, gioco, ma anche stati di irrequietezza). Ovviamente, quando EI supera EO, il surplus di energia (ES) viene immagazzinato nel corpo umano, soprattutto come grasso nel tessuto adiposo, ma anche come glicogeno (dai carboidrati) nel fegato e nei muscoli. L’obesità si sviluppa quando c’è un lungo periodo surplus energetico che determina un eccessivo accumulo di grasso corporeo. Al contrario, quando EO è maggiore di EI per lunghi periodi di tempo, il corpo sfrutta le sue riserve energetiche e perde peso. La comprensione del meccanismo che sta alla base del bilancio energetico, incluse le interazioni e le regolazioni che influenzano reciprocamente le diverse componenti del bilancio energetico, non è ancora chiara: assimilazione e spesa energetica possono variare ampiamente da un giorno con l’altro ed è solo facendo un’analisi a lungo termine che si può stabilire un bilancio energetico (per esempio per le diete di mantenimento). Inoltre, tutti i componenti del bilancio energetico (EI, EO e ES) interagiscono reciprocamente tra loro determinando infinite variabili. Per esempio, il ruolo svolto da AEE in relazione alle altre componenti ancora non è chiaro: se un bilancio energetico è negativo per aumento di esercizio fisico, viene poi compensato da una maggiore assunzione di cibo? Gli studi a riguardo mostrano una grande variabilità di risposta, influenzata sia dalla modalità di esercizio che dalla misura del comportamento compensativo, cioè la risposta alla fame dopo l’esercizio. Si è sempre creduto che, oltre all’utilizzo di energia durante l’attività fisica, si dovesse contabilizzare anche una componente di energia post esercizio che oscillava dal 6 al 15% di energia spesa durante tutta la sessione di allenamento: eppure diversi studi rivelano che l’aumento creduto in REE a causa di un regolare esercizio fisico e le successive modifiche nella composizione corporea siano in realtà trascurabili. Un altro fattore importante è che non sempre l’attività fisica organizzata introdotta nella vita di un soggetto porta a un aumento di EO, a causa di condotte compensatorie più sedentarie nelle ore successive alle sedute di allenamento. In altre parole, per stimare più accuratamente l’EO giornaliera devono essere prese in considerazione tutte le attività svolte, tenendo presente che la somma di molte piccole attività può raggiungere un dispendio energetico significativo. In conclusione, la misurazione precisa dei fattori che determinano il bilancio energetico è estremamente difficile, perché si tratta di un sistema interattivo e complesso. Per colmare queste lacune sarà necessario impostare studi longitudinali a lungo termine che indaghino le relazioni tra i diversi componenti del bilancio energetico e il loro effetto sul peso corporeo e sulla composizione e approfondiscano il ruolo dell’attività fisica soprattutto in riferimento alla quantità di EO quotidiana.
Di Mia Dell’Agnello Pubblicato su Fitmed online 11/2012