La Federazione Italiana delle Associazioni di Sostegno ai Malati Asmatici e Allergici è un’organizzazione senza fini di lucro (Onlus), che riunisce le principali associazioni italiane di pazienti impegnate nella lotta contro l’asma e le allergie. Partendo dal presupposto che l’informazione, la gestione e il controllo della malattia rappresentano i tre punti essenziali per la tutela del paziente asmatico e allergico, Federasma mette a disposizione sul proprio sito una serie di pubblicazioni rivolte ai pazienti e al personale sanitario. Fra queste segnaliamo “Asma e sport”, dedicata alla promozione dell’attività sportiva che, al contrario di quanto ritenuto spesso in modo pregiudiziale, può esercitare una notevole azione benefica nei soggetti asmatici. “Le persone con asma, se la malattia è tenuta sotto controllo, possono svolgere qualsiasi attività corrispondente alle proprie possibilità e inclinazioni, compresi gli sport dilettantistici e agonistici. Lo dimostra l’esempio di numerosi atleti con asma che hanno raggiunto il podio olimpico: tra i più celebri, il nuotatore Mark Spitz, che vinse sette medaglie d’oro alle Olimpiadi del 1972 e il nostro Giorgio Di Centa, trionfatore alle Olimpiadi invernali di Torino nel 2006 nella 50 km e nella staffetta 4×10 km. I successi di questi atleti devono incoraggiare tutte le persone con asma a non rinunciare ai benefici dell’attività fisica: seguendo alcune regole importanti si può tenere la malattia sotto controllo e prevenire il rischio di crisi di asma durante l’impegno atletico. In linea di massima, gli sport più adatti sono quelli che coinvolgono in maniera regolare e continua i muscoli respiratori, coordinandoli con tutta l’attività muscolare, o quelli che comportano una respirazione particolarmente impegnativa solo per brevi periodi: sport come nuoto, canottaggio, ginnastica artistica, golf risultano più idonei al soggetto asmatico rispetto a quegli sport che richiedono un impegno fisico acuto e prolungato”. Oltre a fornire delle indicazioni generali e precauzionali, che riguardano soprattutto la gestione della malattia in un rapporto fiduciario con il proprio medico, le linee guida individuano i pro e i contro delle principali discipline sportive. Le riportiamo così come sono state pubblicate.
Nuoto. È tra gli sport più indicati per le persone con asma. Non comporta un eccessivo incremento della ventilazione polmonare; la frequenza respiratoria risulta moderata ed è facilmente controllabile attraverso il movimento sincrono e ritmico delle bracciate. L’importante è che sia eseguito in ambiente adeguatamente riscaldato e intervallato da periodi di riposo. Nelle piscine, un’elevata concentrazione di cloro nell’acqua può causare crisi broncospastiche.
Sollevamento pesi, lotta e scherma. Questi sport, basati sulla potenza e sulla destrezza, presentano un basso rischio asmatico in quanto richiedono sforzi intensi ma di breve durata, con scarso incremento della ventilazione.
Sci di fondo. Presenta gli stessi vantaggi del nuoto: ha cioè la caratteristica di impegnare vaste masse muscolari in un movimento armonico e ritmico coordinato con gli atti respiratori. Si tratta quindi di uno sport che può essere praticato con relativa tranquillità da parte delle persone con asma, assumendo le opportune precauzioni per proteggersi dall’aria fredda che può provocare broncospasmo.
Corsa libera. Viene spesso praticata in fase di preparazione atletica e riscaldamento di molte attività sportive ed è quindi una delle discipline più comuni. È una delle attività sportive che possono più facilmente indurre crisi di asma, specie se protratta per 6-8 minuti. Per fortuna, la corsa è sensibile all’effetto allenamento: con la pratica si può trovare un giusto adattamento, arrivando a eseguire un allenamento di base con un buon livello di attività fisica, ma una ridotta ventilazione, riducendo così l’effetto stimolante dell’iperventilazione come causa di broncospasmo.
Atletica leggera. Le più importanti specialità dell’atletica leggera come i 100 e i 200 metri piani, nonché i salti in alto, lungo, triplo e asta che si svolgono prevalentemente in apnea e in un tempo brevissimo, quindi con un ridotto impegno ventilatorio, sono generalmente ben tollerate dai pazienti asmatici.
Canottaggio. Nonostante comporti un’elevata ventilazione, risulta meglio tollerato della corsa.
Vela. È uno sport adatto agli asmatici perché si svolge in un ambiente praticamente privo di allergeni, polvere, pollini e non richiede un elevato livello ventilatorio. Sono da tenere presenti le brusche variazioni climatiche, in particolare la possibilità di esposizione al freddo.
Sport di squadra. Il calcio, la pallacanestro, la pallamano, la pallavolo, l’hockey a rotelle e su prato, richiedono corse non continuative alternate a periodi di sosta e possono quindi essere praticati dai pazienti asmatici, previa attenta valutazione da parte del medico degli indici di funzionalità respiratoria.
Sport ad alta quota. La persona con asma che si reca in montagna, soprattutto nella stagione fredda, deve essere consigliata a effettuare un buon allenamento di base, in modo da ridurre l’iperventilazione, e un breve periodo di riscaldamento. È consigliabile che i pazienti asmatici anche giovani, con funzione respiratoria più compromessa, non superino i 2000 metri, se non dopo un’adeguata broncodilatazione farmacologica. Non è prudente la risalita con mezzi meccanici oltre i 3000 metri, soprattutto quando il soggetto asmatico è appena giunto dalla pianura: la mancanza di un acclimatamento potrebbe indurre episodi broncospastici.
GINA: INIZIATIVA GLOBALE PER L’ASMA
Il GINA (The Global Initiative for Asthma – Iniziativa Globale per l’Asma) opera dal 1993. Il suo obiettivo primario consiste nel lavorare a stretto contatto con gli operatori e il personale sanitario nel mondo per ridurre prevalenza, morbilità e mortalità dell’asma. Nel sito italiano dell’associazione sono disponibili una serie di pubblicazioni che contengono informazioni su epidemiologia, patogenesi, prevenzione e dati socio-economici sull’asma, nonché le linee guida internazionali adattate alla realtà italiana e aggiornate al 2010. Le linee guida offrono un quadro completo della patologia (epidemiologia, impatto socio-economico, fattori di rischio, fisiopatologia, diagnosi e monitoraggio dell’asma, valutazione e controllo, prevenzione e riduzione dei fattori sensibilizzanti e scatenanti, terapia farmacologia, educazione del paziente) e sono state pubblicate con l’intento di informare tutte le persone che si occupano di soggetti asmatici, in modo da favorirne l’applicazione nella pratica quotidiana. L’educazione del paziente risulta infatti fondamentale per la gestione ottimale della malattia e coinvolge anche personale non sanitario, purchè addestrato, in particolare nei confronti dei bambini/ adolescenti in età scolare. Ancora una volta è evidenziato il ruolo che l’attività fisica svolge nella vita dei soggetti asmatici, soprattutto nei bambini e nei giovani, anche perché, fra i fattori di rischio individuali che predispongono all’asma ritroviamo, ancora una volta, obesità e sedentarietà. Fino agli anni ’90 il trend di diffusione dell’asma è stato in crescita, dopo di che sembrava essersi stabilizzato; ma negli ultimi anni si sono registrati nuovi aumenti, sia nei paesi industrializzati che in quelli in via di sviluppo. I motivi sono differenti, ma uno di questi è sicuramente il contingente aumento di popolazione obesa, nella quale è stata rilevata un’incidenza di asma maggiore rispetto alla popolazione normale (correlata al BMI), e una più difficile gestione.
di Mia Dell’Agnello Pubblicato in Fitmed online 9-2010