I flavanoli sono un tipo di fitonutrienti appartenenti al più ampio gruppo dei flavonoidi, composti idrosolubili presenti nelle piante, il cui nome deriva dal latino flavus (giallo). Vari studi controllati condotti sull’uomo hanno dimostrato che la loro principale caratteristica è la funzione antiossidante, ma i flavonoidi contribuiscono anche a combattere la fragilità capillare, migliorando la funzione endoteliale, riducono l’ossidazione del colesterolo LDL e svolgono una funzione antinfiammatoria e antibatterica. I polifenoli, in particolare i flavanoli del cacao, hanno dimostrato di aumentare la biodisponibilità di ossido nitrico, che contribuisce alla riparazione dell’endotelio danneggiato a seguito dell’insulto vascolare. Oltre che in frutta e verdura, i flavonoidi sono presenti anche nel tè (soprattutto verde) e nel cacao, anche se sono in gran parte persi nel processo di lavorazione per la produzione del cioccolato. Il cioccolato fondente e i flavanoli contenuti in prodotti ricchi di cacao hanno attirato l’interesse della comunità scientifica come trattamento alternativo per l’ipertensione, un fattore di rischio noto per le malattie cardiovascolari. Precedenti meta-analisi hanno concluso che alimenti ricchi di cacao possono ridurre la pressione sanguigna, ma diversi studi recenti hanno dato risultati contrastanti; questo studio riassume le attuali evidenze sugli effetti dei flavanoli sulla pressione sanguigna nei soggetti ipertesi e normotesi. Sono stati analizzati tutti gli studi pubblicati su Medline e altri portali internazionali tra il 1955 e il 2009 che valutavano l’effetto del cacao sulla pressione sistolica e diastolica (PAS/PAD) rispetto al placebo, per una durata minima di 2 settimane. Sono stati considerati dosaggi giornalieri di flavanoli variabili da 30 mg a 1000 mg e la significatività statistica è stata fissata a P <0,05. Di tutti gli studi valutati, 15 hanno incontrato i criteri di inclusione. È da rilevare che vi è una certa confusione nella letteratura sulla corretta etichettatura dei componenti chimici vasoattivi presenti nel cacao (polifenoli, flavanoli, proantocianidine, epicatechina e catechina), e le definizioni sono spesso utilizzate in modo intercambiabile e talvolta non correttamente. Nonostante ciò, gli studi inclusi in questa meta analisi presentavano dosaggi di polifenoli totali paragonabili. Sono state inoltre raccolte informazioni su età, peso e BMI dei soggetti, perché l’età e l’indice di massa corporea possono influenzare la risposta al trattamento della pressione arteriosa (2, 3). La meta-analisi suggerisce che il cioccolato fondente è superiore al placebo nel ridurre la pressione sistolica e diastolica nel gruppo degli ipertesi e pre-ipertesi (con pressione sistolica <140 mmHg e pressione diastolica < 80 mmHg). I flavanoli del cioccolato non riducono invece la pressione arteriosa dei soggetti con la pressione sanguigna nella norma (media sistolica inferiore a 140 mmHg o diastolica 80 mmHg). Questi risultati sono in linea con meta-analisi di altri integratori alimentari sul sangue pressione, che analogamente trovato che la pressione era significativamente ridotta in sottogruppi ipertesi ma non nei sottogruppi normotesi (4, 5). L’eterogeneità nel sottogruppo di normotesi è stata ridotta in modo soddisfacente, tanto da far ritenere i risultati validi e certi. Nel sottogruppo di ipertesi, invece, è rimasta un’elevata eterogeneità, che ha influenzato notevolmente i risultati, visto il numero relativamente esiguo di studi introdotti nell’analisi. Pertanto, l’entità e il significato degli effetti sul sottogruppo di soggetti ipertesi deve essere interpretato con cautela. Ulteriori studi sulle popolazioni di ipertesi sono necessari per chiarire se le abitudini alimentari locali o i fattori genetici possono influenzare l’effetto del cacao sulla riduzione della pressione arteriosa. Premesso che i dati fin qui disponibili non permettono alcune raccomandazioni per quanto riguarda dosaggio ottimale, si evidenzia che il cioccolato fondente contiene la percentuale maggiore di flavanoli del cacao, il cioccolato al latte ne contiene importi minori, mentre il cioccolato bianco non ne contiene affatto. In ogni caso, la comunità scientifica è d’accordo nell’affermare che anche piccole riduzioni della pressione sanguigna possono ridurre sostanzialmente il rischio cardiovascolare (6, 7): un calo di 5 mmHg in pressione arteriosa sistolica può ridurre il rischio di un evento cardiovascolare di circa il 20% in 5 anni. A questo si può aggiungere che le linee guida attuali raccomandano di modificare il proprio stile di vita come trattamento complementare all’uso dei farmaci convenzionali per il controllo della pressione sanguigna: integrando con una moderata attività fisica (30 min/die) si può ridurre la pressione arteriosa sistolica di 4 – 9 mmHg (8)
REFERENCES
1. Does chocolate reduce blood pressure? A meta-analysis, Karin Ried, Thomas Sullivan, Peter Fakler, Oliver R Frank, Nigel P Stocks
2. Weir MR: Impact of age, race, and obesity on hypertensive mechanisms and therapy. Am J Med 1991, 90:3S-14S
3. Wofford MR, Smith G, Minor DS: The treatment of hypertension in obese patients. Curr Hypertens Rep 2008, 10:143-150
4. Ried K, Frank OR, Stocks NP, Fakler P, Sullivan T: Effect of garlic on blood pressure: a systematic review and meta-analysis. BMC Cardiovasc Disord 2008, 8:13
5. Reinhart KM, Coleman CI, Teevan C, Vachhani P, White CM: Effects of garlic on blood pressure in patients with and without systolic hypertension: a meta-analysis. Ann Pharmacother 2008, 42:1766-1771
6. Lewington S, Clarke R, Qizilbash N, Peto R, Collins R: Age-specific relevance of usual blood pressure to vascular mortality: a meta-analysis of individual data for one million adults in 61 prospective studies. Lancet 2002, 360:1903-1913
7. McInnes GT: Lowering blood pressure for cardiovascular risk reduction. J Hypertens Suppl 2005, 23:S3-S8
8. Chobanian AV, Bakris GL, Black HR, Cushman WC, Green LA, Izzo JL Jr, Jones DW, Materson BJ, Oparil S, Wright JT Jr, Roccella EJ, NationalHeart, Lung, and Blood Institute Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure; National High Blood Pressure Education Program Coordinating Committee: The Seventh Report of the Joint National Committee on Prevention, Detection, Evaluation, and Treatment of High Blood Pressure: the JNC 7 report. JAMA 2003, 289:2560-2572