Negli ultimi 15 anni, in seguito soprattutto al miglioramento delle attrezzature, la sede anatomica e le modalità degli infortuni sono variate: dalla classica frattura degli arti inferiori si è passati a una maggior incidenza sulle strutture legamentose del ginocchio e di traumi degli arti superiori (lussazione della spalla, lacerazione del legamento collaterale ulnare). In passato gli sciatori impiegavano scarponi più bassi e, in caso di caduta, l’energia torsionale si scaricava prevalentemente a livello della gamba, producendo la classica frattura della tibia e/o del perone. Gli scarponi da sci moderni, invece, sono più rigidi e più alti, cosicché, la prima struttura sulla quale si scarica gran parte dell’energia torsionale prodotta in caso di caduta è proprio il ginocchio. Presentiamo qui i dati contenuti nell’ultimo rapporto SIMON (Sorveglianza degli incidenti in montagna) del Reparto Ambiente e Traumi dell’Istituto Superiore di Sanità, riferiti all’anno 2007.
CAUSE
Il numero di incidenti è strettamente correlato al numero di persone presenti sulle piste. Infatti, più di un terzo degli incidenti avviene durante il weekend (37,3%), in particolare la domenica e nelle fasce orarie di maggior afflusso, con un picco registrato tra le ore 11 e le 13. La maggior parte degli infortuni avviene in condizioni meteorologiche e di innevamento buone: variabili, quindi, che sembrano non influire sulla casistica. La caduta accidentale è la causa di infortunio più frequente (77,1%), mentre solo nel 10 % dei casi è individuabile nello scontro con un altro sciatore.
TIPO DI INFORTUNI: SCI E SNOWBOARD
Nel 32,8% dei casi l’intervento di soccorso sulle piste è effettuato in seguito a distorsioni, il 94,2% delle quali a carico degli arti inferiori. Le contusioni riguardano il 27,4% degli infortuni, le fratture il 15,7%, le lussazioni l’8,7% e le ferite l’8%. La distorsione è tipica dello sci (36,3% con gli sci contro il 17,2% con lo snowboard), mentre la diagnosi di frattura è riportata maggiormente con lo snowboard (nel 24% dei casi, di cui oltre i tre quarti a carico degli arti superiori), contro il 11,8% negli incidenti con gli sci. Nel caso dello sci, in oltre la metà dei casi l’infortunio riguarda gli arti inferiori (52,3%) e solo una quota relativamente marginale interessa gli arti superiori (16,3%). La lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio è il trauma più comune nello sciatore: si osserva più frequentemente in coloro che hanno avuto una lesione del ginocchio precedente, ed è più probabile che la lesione sia più grave negli sciatori con un legamento collaterale non troppo robusto o con una lassità del legamento. Se, invece, lo sciatore ha subito un intervento ricostruttivo, questa possibilità si riduce fortemente. Nello sci alpino sono identificabili due tipi di meccanismi traumatici legati all’attrezzatura utilizzata:
1. quello dovuto allo scarpone, che al momento della caduta spinge la tibia in avanti causando la rottura del legamento;
2. quello “da piede fantasma”, in cui la coda dello sci ruota il ginocchio in senso opposto rispetto alla sua normale modalità di movimento.
Le lesioni della spalla sono meno comuni delle lesioni del ginocchio e sono rappresentate da: lussazione completa dell’articolazione, dislocazioni anteriori, lesione della cuffia dei rotatori e le contusioni della spalla causata da una caduta a braccio teso. Al pollice va riferito il 40% circa di tutte le lesioni all’arto superiore, con la lesione del legamento collaterale dell’ulna e dell’articolazione metacarpo-falangea (conosciuto come pollice dello sciatore). Questo infortunio è il risultato di una caduta mentre si tiene il bastoncino che trasporta il pollice nella neve, causando l’abduzione e l’iperestensione forzata dell’articolazione. Coloro che utilizzano lo snowboard risultano molto più a rischio di riportare una lesione agli arti superiori (44,4%), di cui la frattura del polso è l’esito più frequente (13,8%), mentre gli arti inferiori risultano interessati in maniera più ridotta (23,8% dei casi). Infatti, in caso di incidente, lo sci può, molto più facilmente dello snowboard, agire come una leva che fa perno sul piede, imprimendo forze tangenziali che scaricano la propria energia sull’articolazione libera più prossima, ovvero il ginocchio, provocandone la distorsione.
Sia nello sci che nello snowboard il 10% circa degli incidenti ha come conseguenza un trauma cranico, percentuale che, in caso di scontro tra persone, sale al 26%. Studi presenti in letteratura riportano che l’incidenza di infortuni alla colonna vertebrale negli sport invernali è pari al 4,9%. Rispetto allo sci alpino e allo snowboard, gli autori riconoscono le stesse cause, anche se distribuite in percentuali diverse:
- nello sci il 59% delle lesioni alla colonna è dovuto a cadute, mentre il 20% ai salti;
- nello snowboard il 77% è legato ai salti e il 18% alle cadute.
Le cadute dopo un salto interessano prevalentemente le zone toracica e lombare e determinano per lo più fratture da compressione. La più alta incidenza di fratture cervicali si verifica nello scontro tra sciatori (50%) o snowboarders (80%): in tale sede si associa l’incidenza maggiore di danno neurologico.