È noto che la robustezza delle ossa sia correlata al metabolismo del calcio. I fattori maggiormente coinvolti sono da una parte la quantità di calcio assunta con l’alimentazione e dall’altra la quantità di vitamina D metabolizzata a livello di vari organi quali il fegato, il rene e la pelle nella quale, grazie all’assorbimento delle radiazioni ultraviolette, la vitamina D viene chimicamente perfezionata. Alle nostre latitudini, l’esposizione alla luce del sole e agli UV non è un problema, invece carenze nell’assunzione di calcio e vitamina D sono spesso sottovalutate ed estremamente frequenti. Nella maggior parte dei casi il problema non si pone fino alla terza età, quando la riduzione della massa ossea, che normalmente si accompagna all’invecchiamento, può configurare un quadro di vera e propria osteoporosi: ciò condiziona una maggiore fragilità dello scheletro, più soggetto a micro e macrofratture spesso gravemente invalidanti. Avere immagazzinato più calcio nelle ossa durante lo sviluppo e fino all’età giovane-adulta costituisce un vantaggio nel momento in cui la massa ossea stessa comincerà a decrescere. Un interessante studio inglese, pubblicato sulla rinomata rivista Lancet, ha seguito poco meno di duecento donne durante la gravidanza: le variabili prese in esame erano la costituzione corporea, la loro alimentazione e i livelli di vitamina D nelle ultime fasi della gravidanza. Da queste osservazioni è nato uno studio longitudinale, cioè i figli di queste donne sono stati seguiti fino all’età di 9 anni. Ebbene nel 31% delle madri in gravidanza risultavano concentrazioni di vitamina D insufficienti e nel 18% deficitarie: il dato più significativo è che tale carenza di vitamina D nelle madri si correla a una minore massa ossea nei figli all’età di 9 anni. Inoltre, in base alla stima dell’esposizione alla luce solare e all’assunzione di vitamina D delle madri, si poteva prevedere la massa ossea dei figli. Altro dato che si correlava alla massa ossea dei figli era la concentrazione di calcio nel sangue venoso raccolto dal cordone ombelicale: meno calcio assunto in gravidanza, minore la massa ossea a 9 anni. Quindi la prevenzione dell’osteoporosi non solo viene spesso trascurata e inizia solo con la terza età, ma potrebbe essere indicata, grazie alla supplementazione con vitamina D e calcio, soprattutto nei mesi in cui scarseggia la luce solare, addirittura a partire dalla gravidanza.
Pubblicato su Fitmed online7-8/2010