Archivio tag: Olimpiadi

Soči 2014: le Olimpiadi di Putin

HRW_sochi_olympics_brochure-10L’organizzazione dei Giochi Olimpici non può essere paragonata a quella di nessun altro evento in termini di dimensioni, complessità, ritmo, intensità e posta in gioco. E quasi sempre, a ogni appuntamento, che siano invernali o estive, sono anticipate da una serie di polemiche che in genere riguardano la sproporzione fra i costi esorbitanti sostenuti e i benefici per la popolazione, lo sfruttamento del territorio e della manodopera. Le Olimpiadi che avranno inizio il 7 febbraio prossimo a Soči non fanno eccezione, anzi rappresentano l’esempio lampante e perfetto di quello che ci fa storcere il naso invece che fremere d’entusiasmo, alla vigilia di un evento sportivo di portata internazionale.bloombergJan_2014 Da quando, nel 2007, la Russia si è aggiudicata la gara per ospitare i Giochi Olimpici e Paralimpici 2014 è come se solo ora, a meno di un mese dall’inaugurazione, il mondo cominciasse a prenderne coscienza. I riflettori sono puntati e anche i media non sportivi dedicano Internazionale1033-1copertine e articoli: Internazionale, Bloomberg BusinessWeek, National Geographic. Ma quello che illuminano e rivelano non è propriamente entusiasmante.

COSTI ESORBITANTI E CORRUZIONE
Soči è una località adagiata lungo le spiagge del Mar Nero, una delle poche città subtropicali della Russia, il più grande e frequentato centro balneare estivo del paese. Anche se Soči ospita ufficialmente questi Giochi olimpici, di fatto le gare si svolgeranno ad Adler, 17 miglia a sud lungo la costa, e a Krasnaya Polyana, 29 miglia a est nella catena del Caucaso. Strutture e infrastrutture necessarie per ospitare queste Olimpiadi invernali sono state costruite praticamente da zero e, ora che tutto è quasi pronto, il balletto di cifre stimate per i lavori pare arrestarsi alla somma di 51 miliardi di dollari. Le gare non sono ancora cominciate, ma un primo record è già stato traguardato: queste sono le Olimpiadi più costose di sempre. Più costose di quelle estive di Pechino (43 miliardi dollari), nonostante le Olimpiadi invernali implichino un minor numero di atleti (2.500 contro 11.000), meno eventi (98 contro 300) e un minor numero di sedi (15 contro 40); 5 volte più costose degli ultimi Giochi invernali a Vancouver (9,2 miliardi dollari). Rispetto a queste ultime, è stato calcolato il costo per evento: nel 2010 a Vancouver sono stati realizzati 86 eventi, per un costo di 107 milioni a evento; a Soči sono in programma 98 eventi, per un costo a evento di 520 milioni di dollari. Quando nel 2007 la Russia si aggiudicò la gara, annunciò un budget necessario di circa 12 miliardi di dollari. Anche se la storia insegna che le stime iniziali non sono mai rispettate perché sempre sottovalutate, gli esperti sostengono che una differenza così rilevante può essere spiegata solo considerando il fattore corruzione. I leader dell’opposizione russa hanno valutato che, per ogni dollaro concretamente speso per la realizzazione delle strutture, tre scompaiono. Per esempio, la strada di collegamento dei due principali centri di gara pare che sia costata più di 150 milioni di dollari per chilometro, somma con cui quella stessa strada avrebbe potuto essere interamente pavimentata con un centimetro di spessore di caviale beluga. L’associazione internazionale Transparency International, che ogni anno redige il Corruption Perceptions Index (l’Indice di Percezione della Corruzione, intesa come l’abuso di pubblici uffici per il guadagno privato), colloca la Russia al 127° posto a livello globale (su 175 paesi), parimerito con Pakistan, Mali, Nicaragua. Per avere un’idea, l’Italia è al 69° posto.

TERRITORIO PATRIMONIO UNESCO
Dei 206 progetti di costruzione intrapresi, solo una parte è dedicata alle strutture per lo svolgimento dei giochi in senso stretto: stadi, piste, impianti di risalita e complessi di accoglienza. I lavori più impegnativi sono stati sul fronte delle infrastrutture: centrali idroelettriche, strade, ferrovie ad altà velocità; interventi profondamente invasivi in un territorio a ridosso del Caucaso del Nord, che è patrimonio dell’Unesco. Vista la necessità di realizzare un’ingente quantità di interventi in un tempo risicato, non si sono rispettate le regole legate agli appalti, sono state fatte deroghe alle leggi ordinarie ed è mancato il rispetto e la verifica della situazione idro-geologica del territorio. Gli ecologisti temono che l’alterazione degli equilibri naturali porterà gravi danni a tutta la regione, e già se ne vedono i primi risultati: una città sommersa da un fiume esondato a causa dei detriti scaricati nelle sue acque, la parete di una montagna franata (tirandosi dietro la pista per il salto con gli sci), un porto appena costruito distrutto da una mareggiata non prevista, ma prevedibile.
Il luogo non può definirsi dei migliori neanche dal punto di vista climatico e ora gli organizzatori temono le alte temperature, tanto che 450.000 metri cubi di neve sono già stati accumulati in caso di bel tempo: un vero paradosso, considerando che stiamo parlando della Russia!

DIRITTI UMANI
Il costo dell’intera operazione non si quantifica solo in denaro. Secondo il report redatto da Human Rights Watch molti abitanti della zona e molti lavoratori immigrati per l’occasione diritti umanistanno pagando un prezzo molto alto. Circa 2000 famiglie sono state sfollate per far posto alle costruzioni olimpiche, ma il processo di espropriazione non è stato trasparente. Molte di loro hanno perso case e terreni senza essere adeguatamente rimborsate; altre hanno subito danneggiamenti alle loro abitazioni o vivono sotto la minaccia di crolli e frane causate dai lavori. La necessità di trasformare rapidamente una piccola cittadina come Soči in una sede olimpica ha coinvolto circa 74.000 lavoratori, di cui 16.000 immigrati. Sempre secondo gli osservatori di Human Rights Watch diversi sono stati i casi di abuso e sfruttamento, con stipendi negati o ridotti, mancato rispetto dei turni di riposo, passaporti confiscati, alloggi e sistemazioni per i lavoratori al di sotto della minima soglia di decenza.
L’alta visibilità derivata dalle Olimpiadi poteva essere un motivo per fare pressione sulla Russia di Putin e ottenere cambiamenti sul rispetto dei diritti. Ma non è andata proprio così. Nel giugno 2013 è stata promulgata una legge che vieta la “propaganda dei rapporti sessuali non tradizionali” tra i minori. La legge non menziona esplicitamente la parola “omosessualità”, ma utilizza un eufemismo per dichiarare l’illegalità di eventi, manifestazioni, iniziative pubbliche o private promosse in difesa dei diritti dei gay, o che equiparano le relazioni gay ai rapporti eterosessuali. Nessuno paese ha accolto la richiesta di tanti attivisti e organizzazioni di boicottare questi giochi, ma ci sono state risposte simboliche, come quella del presidente degli Stati Uniti Barack Obama che ha annunciato che non andrà a Soči, ma invierà una delegazione composta di ex atleti dichiaratamente omosessuali. Tra i politici che, si dice, non hanno in programma di visitare i Giochi si annoverano anche il presidente tedesco Joachim Gauck, il cancelliere Angela Merkel, il presidente francese François Hollande e il primo ministro britannico David Cameron.

SICUREZZA
Le Olimpiadi si svolgono in una parte del territorio russo ancora molto instabile politicamente: Soči confina con sei repubbliche autonome della Russia del Caucaso del Nord, sede della seconda guerra cecena ed è confinante con la Georgia, teatro di una recente guerra che ha portato all’annessione della regione autonoma dell’Ossezia del sud. La regione del Caucaso che ospita le gare di sci, fino al 1864 fu abitata dai circassi, quando la Circassia fu invasa dall’Impero russo e più di un milione e mezzo di persone furono uccise o costrette all’esilio. I Giochi olimpici si svolgono proprio nel 150° anniversario di quello che è stato da molti definito un genocidio: www.noSoči2014.com è il sito che rappresenta la protesta dei circassi, il cui primo scopo è quello di consapevolizzare l’opinione pubblica sul passato e restituire alla coscienza un periodo storico che è stato volutamente censurato.
I due attentati suicidi di Volgograd, uno in ottobre e l’altro nel dicembre 2013, non sono stati rivendicati, ma ovviamente hanno sollevato ulteriori preoccupazioni internazionali per la sicurezza durante queste Olimpiadi.

La regione del Caucaso appare una scelta alquanto improbabile per mettere in scena la celebrazione di questa nuova Russia, ma non poteva esserci festa per Putin senza dimostrare al mondo la propria supremazia in questo territorio così combattuto e difficile. Tutti sapevano che i Giochi di Soči erano fondamentalmente una questione di prestigio personale per Putin, una vetrina per esporre al mondo la sua nuova Russia e il fulcro per il rilancio economico e geopolitico del paese. Rinunciando fin da subito a considerare il significato simbolico che i Giochi olimpici dovrebbero manifestare, l’occasione concreta per mettere in campo valori olimpici quali partecipazione, amicizia, lealtà, solidarietà, rispetto, coraggio, pace, uguaglianza e internazionalità, anche le motivazioni sportive mi appaiono ora alquanto offuscate: che peccato!

di Mia Dell’Agnello

Olimpiadi di Londra: quale eredità?

olimpiadiLondra ha vinto la possibilità di ospitare le XXX Olimpiadi Moderne grazie a una grande promessa: che l’impegno finanziario profuso non si sarebbe limitato a soddisfare le esigenze organizzative del più grande spettacolo sportivo mondiale (della durata di 17 giorni), ma avrebbe lasciato una grande eredità alla popolazione. I Giochi di Londra 2012 si prefiggono di migliorare le vite di milioni di persone, favorendo l’inclusione sociale e promuovendo la salute attraverso l’adozione di stili di vita più sani. 

La promessa è chiara, scritta nera su bianco: i Giochi saranno utilizzati come “trampolino di lancio per ispirare le persone in tutto il paese a raccogliere e sviluppare lo sport attivo e stili di vita sani e sostenibili”. BOOM! Per la prima volta nella storia delle Olimpiadi è esplicitato un impegno così importante, che lega saldamente la pratica di un’attività sportiva alla salute della popolazione; che utilizza il palcoscenico dello sport agonistico per promuovere lo sport popolare, anzi nemmeno: l’attività motoria in generale.

OLIMPIADI E SPORT DI BASE: QUALE RAPPORTO?
L’eccezionalità del programma è confermata anche dalla totale assenza di studi (relativi alle passate edizioni) che analizzino il rapporto fra Olimpiadi e diffusione della pratica sportiva: in che modo i Giochi Olimpici e Paralimpici coinvolgono la comunità inducendo modifiche comportamentali importanti? Il Lancet lo scorso anno ha pubblicato un articolo dal titolo “Le Olimpiadi 2012: valutazione degli effetti per la salute pubblica”, ovvero l’eredità che l’evento lascerà non solo in termini di strutture sportive, ma anche come stimolo alla partecipazione sportiva della popolazione. Gli organizzatori promettono benefici duraturi non solo a livello di riqualificazione territoriale (il Parco Olimpico sorge su un’area post-industriale fra le più depresse dell’intero Regno Unito), ma anche sociale e sanitario. I Giochi Olimpici saranno – sempre secondo gli organizzatori – un grande catalizzatore di comportamenti virtuosi che vedranno coinvolte tutte le fasce di popolazione. Essendo un obiettivo dichiarato, il Dipartimento britannico per la Cultura, Media e Sport ha istituito una commissione con il compito di valutare i risultati ottenuti in materia di sport e attività fisica, riqualificazione ambientale, cultura, sostenibilità, economia e disabilità. Poiché non ci sono esperienze pregresse, la valutazione sarà caratterizzata da un approccio poliedrico che analizzerà sia gli effetti dei singoli interventi, che l’evento nel suo complesso. In realtà c’è un certo scetticismo riguardo alla possibilità di riuscire a ottenere risultati che abbiano un valore scientifico. Si tratta di valutazioni empiriche, realizzate con metodi sperimentali, con indicatori ancora da definire e comunque difficilmente quantificabili, soprattutto se riguardanti aspetti qualitativi, come il miglioramento dello stato di salute della popolazione; nello specifico, l’eventuale effetto positivo sarebbe rilevabile solo a lungo termine, dopo una generazione. Per alcuni dati più evidenti (come la riqualificazione ambientale) la commissione annuncia che sarà presentata una relazione di sintesi costo-efficacia già nel 2013.

GLI IMPEGNI E LE ATTESE
Nel progetto dei Giochi di Londra presentato nel 2005, l’esplicito riferimento allo sviluppo di eredità socio- economiche è stato supportato dall’identificazione di indicatori di successo, come quello di avere due milioni di persone attive in più entro il 2012. Gli obiettivi sono stati evidenziati, ma senza veri e specifici piani progettuali. Successivamente, il Governo inglese ha pubblicato un programma d’azione che definisce gli interventi da attuare per traguardare i benefici a lungo termine dei Giochi Olimpici. Per esempio, per educare i giovani alla pratica sportiva, il Governo si impegna a offrire, entro il 2012, a tutti i giovani dai 5 ai 16 anni, cinque ore di sport a settimana e tre ore a tutti i giovani dai 16 ai 19 anni. Parimenti, si impegna, tramite tutela e miglioramento di strutture sportive e campi da gioco e finanziamenti e incentivi a enti locali, ad aiutare almeno due milioni di persone a essere più attive entro il 2012. Ora pare che parte dei finanziamenti stanziati sia già stata ritrattata, a causa del cospicuo lievitare dei costi organizzativi e al taglio dei budget budget è corrisposto un taglio di ambizioni: da 2 milioni di persone più attive si è passati a 1 milione entro il 2013, per poi dimenticarsene del tutto. Anche la paura che le nuove strutture sportive finiscano col diventare delle cattedrali nel deserto è quanto mai sentita. Lo stadio olimpico, l’Aquatics Centre, il velodromo, il palazzetto per il basket: tutti i progetti sono stati realizzati con l’intento di un riutilizzo successivo, ma che include la necessità di operare cambiamenti strutturali finanziariamente impegnativi.

CIFRE CHE LIEVITANO, OBIETTIVI CHE SI RIDIMENSIONANO
È abbastanza consueto nella storia delle Olimpiadi che le città ospitanti ne sottovalutino i costi e ne sovrastimino i benefici: Londra non fa eccezione. Il costo, inizialmente previsto di circa 3 miliardi di euro, è schizzato nel 2007 a 10,7 miliardi, cifra che, secondo alcune voci, è stata recentemente corretta a 14 miliardi. Ammettendo confermata la cifra ufficiale di 10,7 miliardi di euro, i Giochi Olimpici e Paralimpici costeranno circa 190 euro per ogni uomo, donna e bambino nel Regno Unito. A fronte di questo investimento, sono state fatte delle promesse riguardo lo sport e l’attività fisica per tutti, la riqualificazione urbana, la cultura, la sostenibilità, l’economia e la disabilità: miglioramenti socio-economici determinanti anche sulla salute. Margaret Hodge, che presiede il Public Accounts Committee, ha recentemente dichiarato che «…esiste un grande punto interrogativo sul fatto che queste Olimpiadi siano un buon affare per il contribuente…Ci avevano promesso una forte eredità olimpica, ma il governo ha scelto di non adottare l’obiettivo di un milione di persone che partecipano di più nello sport entro il 2013 e i piani per lo stadio hanno subito un arresto… Il governo sta disperdendo la responsabilità rispetto all’eredità olimpica e abbiamo bisogno di chiarezza».

SPONSOR IMBARAZZANTI
Le Olimpiadi possono essere anche un’occasione per il miglioramento socio-economico della popolazione? Oppure questa di Londra è stata solo una buona operazione di marketing per aggiudicarsi la vittoria? Un po’ di “washing” a un evento che odora sempre meno di etica e sani valori? Il dubbio che i famosi punti sulle eredità olimpiche siano stati dichiarati quanto meno con una certa superficialità, non può non venire: è sufficiente guardare l’elenco di Sponsor, con Coca-Cola e McDonald in testa. Come si può pensare di promuovere la salute dei cittadini e un sano stile di vita accettando di legare questi marchi ai valori olimpici e sportivi? Non è solo ipocrisia: l’approccio è pericoloso, fuorviante e irresponsabile! Quale migliore strategia per un marchio come McDonald, che negli ultimi anni ha ricevuto attacchi fortissimi da parte della comunità scientifica per il “junk food” che distribuisce in tutto il mondo? In questo modo non solo sposta la colpa lontano dal consumo dei propri prodotti, ma fornisce una piattaforma di marketing incredibilmente robusta ed eticamente incontestabile, collegandoli con lo sport, il fitness, il benessere. McDonald’s realizzerà a Londra 2012 il suo più grande punto vendita al mondo, articolato in quattro mega ristoranti che proporranno i menù standard a base di hamburger, patate fritte, frullati e dessert ipercalorici. L’impegno di migliorare lo stile di vita della popolazione, visto da questa prospettiva, più che ambizioso sembra decisamente ipocrita, al punto che l’Academy of Medical Royal Colleges (l’organismo che rappresenta tutti i medici del paese) ha ufficialmente chiesto al governo di mettere in atto misure “coraggiose e difficili” per porre fine a questo “marketing irresponsabile”, paragonando questi grandi marchi dell’industria alimentare ai giganti del tabacco del secolo scorso. Queste le richieste:
- il divieto di aziende come McDonald e Coca-Cola da sponsorizzare grandi eventi sportivi come le Olimpiadi;
- una “zona di sicurezza” intorno alle scuole, dove non siano ammessi i fast-food;
- il divieto di utilizzare come testimonial celebrità o personaggi dei cartoni animati per vendere ai bambini prodotti alimentari e bevande non salutari;
- l’obbligo giuridico, per tutti i produttori di alimenti e bevande, di pubblicare sui prodotti linee guida chiare circa la quantità di calorie, zuccheri, grassi e sale;
- valutare la possibilità di applicare una tassazione specifica per sanzionare gli a cquirenti di cibi e bevande ad alto contenuto di sale, zucchero e grassi.
Davanti all’ondata di critiche sulla sua partecipazione come sponsor alle Olimpiadi, McDonald ha risposto proponendo, come gadget all’interno degli “Happy Meal”, un contapassi che dovrebbe incoraggiare i bambini all’attività fisica, piuttosto che l’offerta di buoni per usufruire di sessioni sportive gratuite (!)

CONCLUSIONI
Al momento non esistono prove che le Olimpiadi possano avere come conseguenza diretta un aumento della partecipazione sportiva e un miglioramento generale di fitness e salute della popolazione. Tuttavia, potremmo considerare di per sé positivo il fatto che, per la prima volta nella storia dei Giochi, si mettano sul piatto questi valori, considerati risultati strategici importanti per tutte le nazioni. Dalle contraddizioni emerse, risulta evidente che, comunque, questa non può essere la strada: se ci saranno grandi cambiamenti negli stili di vita della popolazione, questi non potranno che essere il frutto di programmi politici molto più ampi, impegnativi e a lungo termine, che comprendano interventi multidisciplinari complessi su tutti i fattori coinvolti nel possibile cambiamento.

Di Mia Dell’Agnello

Pubblicato su Fitmed online 7/8 2012